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Visualizzazione dei post da 2015

L'ultima estate di Berlino, Federico Buffa e Paolo Fusca

Una storia raccontata a quattro mani: da un giornalista e commentatore sportivo, dall’inconfondibile stile narrativo, e da un esperto di storia tedesca, che ha saputo ritrovarsi e sviluppare una narrazione in linea con quella del più noto coautore. L’ambientazione è quella delle Olimpiadi organizzate a Berlino nel 1936, poco prima della catastrofe della Seconda Guerra Mondiale, in un clima di attesa, in bilico tra l’abisso di ciò che sarebbe di lì a poco avvenuto e un mondo che stava mostrando i segni di un grande cambiamento, con tutte le sue contraddizioni.  Ma lo sport ha il potere di andare oltre le ideologie, i confini nazionali, le razze, i pregiudizi… Per questo emergono storie e personaggi di una grande potenza, che si stagliano da quel contesto mettendone in luce tutte le contraddizioni. Perché questo romanzo parte dal racconto della realtà, sia pure in parte rifinita dalla fantasia per esigenze narrative, ma solo per mettere meglio in evidenza la veridicità degli event

Festival Filosofia 2015

'Per gigantismo e imprevidenza, la società può distruggere il proprio futuro', 'La terra come lascito ereditario. All'autoreferenzialità della generazione presente si contrappone la prospettiva di quelle future'. G. Zagrebelsky 'Oggi viviamo nella globalizzazione dell'indifferenza, una sorta di bolla di sapone che non ci protegge da nulla ma ci rende insensibili alla sofferenza altrui. Continuiamo a tracciare confini anche se la separazione tra i popoli oggi è impossibile. I profughi sono i portatori di quell'incertezza a cui non si vuole pensare'. Zygmunt Bauman

Tre uomini in bicicletta, di Paolo Rumiz (Altan e Emilio Rigatti)

Una prosa colta, raffinata eppure leggera, che a me ricorda quella di Calvino per la ricercatezza e precisione del lessico ma anche per la lievità, lo stile asciutto. Una narrazione per raccontare un viaggio che si fa esperienza esistenziale: “ Tutta la vita si riversa in strada, irradia un’energia che divora se stessa e talvolta implode con quell’imprevedibilità che fa dei Balcani i Balcani”, scrive Rumiz. Pur partendo dalla descrizione di un percorso, anche dal punto di vista tecnico, che comincia a Trieste e arriva a Istambul, questo diventa un itinerario a tre dimensioni, a cui si aggiunge la profondità. Un viaggio anarchico, antiglobale, pacifista, in terre di fatto sconosciute, attraversate poco dopo l’uscita dalla guerra. Bello quando descrive la Vukovar post-bellica a partire dalle rondini: “ Sono venute a decine di migliaia, ad abitare uno per uno i buchi fatti dai kalashnikov nei muri. Una rondine per ogni bossolo, che rivincita della vita!”. Un viaggio in controtendenz

Sei la mia vita, di Ferzan Ozpetek

Più di tutto, in questo libro, mi ha colpito l’umanità così variegata, il senso di libertà che deriva dal fatto di vivere la propria vita come si è scelto, senza vincoli e pregiudizi, liberi dagli stereotipi. Il libro è composto da una galleria di ritratti di persone che presumo siano vere, o almeno ispirate a persone reali anche se riviste dagli occhi di chi di mestiere racconta storie. Attraverso di loro, si delinea un affresco romano nell’atmosfera di disinibita libertà degli anni Settanta e spregiudicata vitalità degli anni Ottanta, sia pure complicata da una selva di pregiudizi, all’interno della vasta e trasversale comunità gay, che accoglieva intellettuali, artisti, studenti, operai e una varia tipologia umana che ha fatto scelte alternative a quelle codificate dagli standard sociali, una generazione accomunata dal desiderio di vivere la vita senza freni, unita da un legame di solidarietà. Contano anche i luoghi, come il palazzo in via Ostiense, abitato da "una varia, e

Splendido visto da qui, di Walter Fontana

Se non avessi letto su internet che l’autore ha lavorato in pubblicità, avrei pensato che sicuramente l’autore è uno che - quanto meno - ha lavorato in pubblicità. Le sue descrizioni fluttuano tra loghi, insegne, prodotti, marchi e oggetti-simbolo che hanno creato e creano le atmosfere di un dato periodo, di un’epoca della nostra società mass-globalizzata. Perché il Novecento non è altro che una serie di mini-epoche che si sono susseguite, decennio per decennio, una dopo l’altra: Sessanta, Settanta, Ottanta, Novanta e Zero. Ogni epoca con la sua mitologia consumistica viene raccontata attraverso gli oggetti di uso comune e di design, la musica, la televisione, l’abbigliamento, per definirne il clima: i piumini Monclaire, gli Oro Saiwa (“ freschi perché impacchettati caldi” ) e il video di Like a Virgin di Madonna parlano di Ottanta, mentre Sessanta ha il sapore del dentifricio Colgate e la faccia sorridente delle gemelle Kessler che ballano come ananas piumati in TV, tanto per

Autosole, di Carlo Lucarelli

  Il bambino con la pistola seduto nel sedile dietro della Ka metallizzata di famiglia, il buttafuori con i bicipiti gonfi e la voce gentile che viaggia sulla Fiesta rossa; Glades, la cantante dei Moschettieri del Folk, ex commessa, che dorme sul pulmino conferito (non omologato) diretto alla prossima balera, il pullman frigobar e tv con il vecchietto che ruba salamini all’autogrill e l’autista che odia gli anziani, il trans Luana che sta con il camionista, la donna abbandonata che vuole abbandonare in autostrada il cane del suo ex per vendetta. E, ancora, i tre malavitosi che parlano di cucina e nipoti mentre viaggiano in terza corsia sull’Ulisse blu, la modella che avvelena il marito ricco e prepotente, il vecchio Dalmo e la moglie russa scelta su catalogo… Tante storie s’intrecciano nei racconti di Lucarelli, come s’intrecciano nella vita le storie delle persone che ogni giorno passano lungo l’autostrada, sopra e sotto i cavalcavia, si fermano in autogrill. Con il suo stile in

L'alba dei libri, di Alessandro Marzo Magno

Venezia nel Rinascimento è la capitale mondiale del libro stampato. Qui si compie quel salto evolutivo che ci condurrà verso la modernità, verso una nuova società e un diverso modo di intendere la cultura. Possiamo sicuramente dire che c'è un filo conduttore che parte da qui e arriva fino a Steve Jobs.   L'arte della stampa tipografica, che ha preso il via grazie a Gutenberg, a Venezia trova le condizioni ideali per mettere radici e produrre quei germogli di cui oggi continuiamo a vedere i frutti. Nomi quali Aldo Manuzio, il grande editore, raffinato umanista con un notevole intuito per gli affari, e il suo collaboratore Francesco Griffo, incisore bolognese, creano alcuni dei caratteri tipografici che non solo hanno fatto la storia della stampa, come il Bembo e il corsivo, ma hanno rivoluzionato l'idea stessa del libro, che diventa tascabile e più economico, quindi alla portata di un numero crescente di persone.   Il libro di Alessandro Marzo Magno, esperto di s

L’avversario, di Emmanuel Carrere

Jean-Claude Romand vive un’esistenza irreprensibile: medico affermato presso l’Oms di Ginevra, marito e padre amorevole, conduce una vita nei canoni del contesto dell’agiata borghesia del Jura, in Svizzera. Porta i bimbi a scuola, partecipa a ritrovi con gli amici, è membro attivo della comunità, organizza gite con la famiglia… Fino a quando tutto il mondo si sgretola, come un quadro lacerato o il riflesso di uno specchio andato in pezzi. La villetta della famiglia Romand brucia in un incendio. Vengono trovati privi di vita i due bambini e la moglie Florence. L’unico a sopravvivere è proprio lui, Jean-Claude, sia pure subito venga trovato in condizioni disperate. Dopo un periodo di coma, riapre gli occhi. Nel frattempo la polizia viene a sapere che nessun Jean-Claude Romand lavora all’Oms di Ginevra e che il suo nome non risulta in alcuna lista di medici svizzera. Anzi, Jean-Claude Romand non si è mai laureato in medicina. Pare abbia sostenuto solo qualche esame, poi più nulla. Da

Il segreto della libreria sempre aperta, di Robin Sloan

“ Il Corno d’Oro di Griffo è stato creato con sublime maestria. […] la sua magia sta unicamente nella sua fattura. […] Griffo ha partorito uno strumento così perfetto che persino i morti tornano in vita per ascoltarne il suono ammaliatore. L’ha forgiato con le proprie mani, senza l’aiuto di incantesimi o del canto del drago […]”, cit. Le cronache del canto del drago di Clark Moffat Il vecchio mondo della conoscenza contenuto nei libri di carta e il nuovo mondo di internet e delle nuove tecnologie, dove qualsiasi informazione è a portata di click. Tre giovani trentenni, perfetti esponenti del nuovo, sono alle prese con un mistero che riguarda antichi libri, addirittura i primi libri stampati, alla ricerca del codex vitae , il segreto della vita eterna. Detta così, la faccenda indubbiamente fa scappare un sorrisetto ironico, ma è proprio l’ironia a non mancare al nostro autore. Qui la posta in gioco è un’altra. Si tratta della Vecchia Conoscenza contro il Nuovo Sapere per ar

Il lungo XX secolo, di Giovanni Arrighi

L’interesse ad esplorare le cause della crisi economica che stiamo vivendo, che sta poco la volta ridefinendo un modello diverso di economia, ma anche di struttura sociale e stili di vita, mi ha spinto ad aprire questo libro scritto da Giovanni Arrighi, storico dell’economia italiano emigrato negli Stati Uniti, dove ha insegnato alla State University di New York e lavorato presso il Fernand Braudel Center. Arrighi ci propone un’interessante interpretazione sistemica dei processi economici in chiave storica. Il lungo XX secolo mette a fuoco gli aspetti più significativi di questa crisi globale, in particolare il processo di finanziarizzazione (produzione di denaro a mezzo denaro) quale sbocco di un lungo periodo dell’economia “reale”, e le conseguenze che ne derivano per nuovi cicli di accumulazione capitalistica. L’analisi di Arrighi parte dall’individuazione di modelli che interpretano le diverse fasi economiche in cicli di accumulazione, a partire dal XV secolo, con l’e

Le vite impossibili di Greta Wells, di Andrew Sean Greer

 Leggere questo libro è un po’ come vedere un film in televisione (neanche al cinema), una sera qualunque della settimana, quando si è anche stanchini e viene da sonnecchiarci in mezzo. Intreccio e personaggi giusti giusti per il soggetto di un film stucchevole e senza troppe pretese. Gli ingredienti ci sono: amore, morte, tradimenti, malattie, ma anche quel tocco fantastico che non guasta e che si materializza con i viaggi nel tempo della protagonista provocati dalla terapia elettroconvulsiva a cui si sottopone per curare una forma particolarmente acuta di depressione. Partiamo da un cupo 1985, in uno scenario di solitudine e desolazione in seguito alla morte (per AIDS, malattia mai pronunciata ma descritta come una specie di peste epocale) dell’amato fratello gemello Felix e all’abbandono del compagno Nathan. In men che non si dica, troviamo la nostra Greta Wells nel 1918: qui, tra i festeggiamenti per la fine del primo conflitto mondiale, si lascia andare ad una relazione ex

L’amore si nutre di amore, di Rosa Mogliasso

Il giallo è cosa marginale rispetto al divertimento che deriva dai personaggi e dalle loro storie, in questo ritratto ironico e scanzonato della “Torino bene” in vacanza in Costa Azzurra, tra fughe, truffe, tradimenti, invidie e gelosie. Pare evidente che all’autrice interessi molto di più raccontare la storia del giovane e ingenuo Tanzio Accardi, ufficialmente scomparso, della vacua Sabrina, ex hostess congressuale diventata moglie del ricco banchiere Trassi, coinvolta in una tresca con lo skipper Fabio, il quale è però innamorato della scaltra e affascinante Filippa, specializzata in traffico di valuta ed evasione fiscale; di Gianna, la sorella del Trassi e della sua amica snob; di Francesca, superficiale moglie del fratello di Tanzio, nonché migliore amica di Sabrina e di altri amici e parenti, in un ambiente dove tutti alla fine si conoscono, in un modo o in un altro. A provare a mettere in fila i fatti e le persone c’è Barbara Gillo, commissario di Polizia, e il suo vice Pe