Due amiche, cresciute insieme come sorelle in un quartiere operaio della Piombino delle acciaierie, quelle che emergono come un mostruoso castello meccanico agli occhi dei turisti diretti all’isola d’Elba, sono le protagoniste di un romanzo molto “vivo”, coinvolgente per la capacità della scrittrice di rendere reali, “vivi” appunto, i personaggi che lì, in quel quadro, si muovono nelle loro vite. Anna e Francesca hanno quasi 14 anni e tutto da scoprire: all’inizio le troviamo in una spiaggia a ridere e scherzare insieme ad altri ragazzi, con la malizia di allegre adolescenti, leggere ma consapevoli del potenziale effetto della loro bellezza che sta sbocciando. Subito però vediamo il retroscena che le accompagna, ovvero lo sfondo degradato della periferia di via Stalingrado, descritta con tocchi quasi fotografici. Fotografie in bianco e nero, nonostante i colori di Anna e Francesca, una bruna e l’altra bionda. Emergono le loro famiglie e le figure degli amici che ruotano attorno