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Visualizzazione dei post da aprile, 2013

Le notti bianche, di Fedor M. Dostoevskij

Giorno della Liberazione passato con “Le notti bianche” di Dostoevskij, romanzo breve letto in edizione economica. La panchina sul lungofiume di una deserta Pietroburgo e la mia sedia sdraio davanti ad un solitario panorama montano, in compagnia del sognatore e delle sue paranoiche confessioni notturne fatte ad una bizzarra fanciulla in attesa del ritorno del suo innamorato. Uno scorcio di vita appena sfiorato e subito perso, per un uomo incapace di vita pratica. Ed è vero: l’umanità si divide in chi vive perfettamente in sintonia con la vita, senza filtri, e in chi ne è distante e non riesce ad accordarsi con essa. Chi è in contatto diretto con il proprio respiro, e chi vive pensando che sta respirando. 

L’eleganza del riccio, di Muriel Barbery

Il senso della vita è un tema presente con forza in questo romanzo che ha due insolite protagoniste, figure in incognito, volutamente nascoste dietro l’immagine che la società pretende da loro: una geniale adolescente che finge di essere una normale, banale, dodicenne, e una portinaia dall’aspetto dimesso, che fa di tutto per nascondere una vastissima cultura e un’intelligenza fuori dal comune. Renèe è portinaia in un lussuoso palazzo parigino abitato da una ricca e autoreferenziale borghesia che non è in grado di vedere oltre le scontate apparenze. In quello stesso palazzo risiede anche Paloma, figlia di un noto parlamentare, con una mamma nevrotica e una sorella maggiore perfettamente integrata nel sistema. Le due protagoniste raccontano, in forma di duplice diario, il loro particolare punto di vista, guardando con occhi lucidi e implacabili il mondo che le circonda.    “La gente crede di inseguire le stelle e finisce come un pesce rosso in una boccia – scrive Paloma - Mi chiedo