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Visualizzazione dei post da novembre, 2020

Almarina, di Valeria Parrella

Mi chiamo Elisabetta Maiorano… La voce narrante è la sua, di Elisabetta, una cinquantenne da poco vedova che insegna matematica nel carcere minorile di Nisida, una specie di isola nel mare magnum della città di Napoli e del mondo. La voce si esprime in prima persona attraverso una scrittura lirica, molto intensa, carica di suggestione e ricca di rimandi, analogie, ricordi, immagini sospese tra passato e presente. E’ un lungo monologo che ci prende per mano facendoci vedere, provare, pensare, ricordare e immaginare quello che vede, prova, pensa, ricorda e immagina la protagonista. Una scrittura affascinante e poetica, talmente densa che occorre riemergere ogni tanto per riprendere aria. In questo non luogo Elisabetta incontra Almarina, una ragazza romena con un passato drammatico alle spalle, di cui porta impressi tutti i segni.