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Visualizzazione dei post da agosto, 2019

Tutti primi sul traguardo del mio cuore, di Fabio Genovesi

Avevo iniziato a leggere questo libro qualche anno fa in una situazione molto particolare: si trattava di una lettura ad alta voce condivisa con un appassionato ciclista. Tappa per tappa, avevamo rivissuto insieme il Giro d’Italia del 2013 grazie alla penna vivace di uno scrittore giornalista incaricato dal Corriere della Sera di scrivere articoli di colore dedicati a questo grande evento sportivo. Ne è nato un libro allegro, leggero e coinvolgente, una colorata girandola di aneddoti e personaggi che descrive il “carrozzone” del Giro oltre l’aspetto sportivo e agonistico, riuscendo ad appassionare anche chi normalmente non segue il ciclismo. Attraverso la mitica corsa rosa, abbiamo percorso il bel paese, in un viaggio partito dal sud verso la Toscana per arrivare alle Dolomiti, toccando Slovenia e Francia, che si è concluso a Brescia. Una pittoresca avventura utile a guardarci un po’ allo specchio e a fare del ciclismo qualcosa in più di un semplice sport: una fucina di storie di

La versione di Fenoglio, di Gianrico Carofiglio

“Tutti, in qualche modo, mentono. Mentono agli altri e mentono a se stessi. Mentono sulle loro azioni e mentono sui veri motivi di quelle azioni. Ci sono quelli che lo sanno, pochi, e quelli che non lo sanno, la maggioranza”. Scrive Gianrico Carofiglio, scrittore ed ex magistrato che ha fatto tesoro della sua esperienza nelle procure riversandola nella scrittura.  La versione di Fenoglio è, non casualmente, un romanzo che esplora il metodo di indagine facendone una metafora più ampia. E’ vero che lo scrittore racconta, attraverso il dialogo tra un maresciallo alle soglie della pensione e un giovane molto intelligente ma disorientato sul futuro, una serie di episodi di casi investigativi, però l’impressione è che sia anche un espediente per parlare del nostro rapporto con la vita, del precario equilibrio tra bugia e verità. In mezzo ci sono le parole e non a caso il maresciallo Fenoglio paragona l’indagine all’arte di raccontare storie. Perché quella di Fenoglio (guarda a caso il

Ascolta la mia voce, di Susanna Tamaro

Il monologo della solitudine. Personaggi dalla vita vuota e triste, che hanno come unica attività quella di interrogarsi sul senso della vita. Una vita passata a chiedersi che senso ha la vita dimenticandosi di viverla. In verità, l’unico e continuo monologo è quello dell’autrice: Ascolta la mia voce è un tedioso soliloquio permeato da solitudine e malinconia, sentimenti che in questo caso sembrano sterili e improduttivi. La stessa protagonista vaga da una situazione all’altra avvolta nel suo vuoto esistenziale. I personaggi sono soltanto scuse per continuare il monologo utilizzando la loro voce, ma è sempre la stessa. Le riflessioni di questa “voce” mi sembrano viaggiare su un’unica superficie, senza particolare evoluzione. Il libro mi è capitato in mano per caso, mentre sistemavo la libreria: mi sono ricordata che anni fa lo avevo iniziato e poi abbandonato, e leggendolo mi è tornato a mente il perché. Ho voluto resistere fino alle ultime pagine, ma che noia!