Il bambino con la pistola seduto
nel sedile dietro della Ka metallizzata di famiglia, il buttafuori con i
bicipiti gonfi e la voce gentile che viaggia sulla Fiesta rossa; Glades, la
cantante dei Moschettieri del Folk, ex commessa, che dorme sul pulmino
conferito (non omologato) diretto alla prossima balera, il pullman frigobar e
tv con il vecchietto che ruba salamini all’autogrill e l’autista che odia gli
anziani, il trans Luana che sta con il camionista, la donna abbandonata che
vuole abbandonare in autostrada il cane del suo ex per vendetta. E, ancora, i
tre malavitosi che parlano di cucina e nipoti mentre viaggiano in terza corsia
sull’Ulisse blu, la modella che avvelena il marito ricco e prepotente, il vecchio
Dalmo e la moglie russa scelta su catalogo… Tante storie s’intrecciano nei
racconti di Lucarelli, come s’intrecciano nella vita le storie delle persone
che ogni giorno passano lungo l’autostrada, sopra e sotto i cavalcavia, si
fermano in autogrill. Con il suo stile inconfondibile, leggero ma acuto,
Lucarelli fotografa narrativamente anche in brevi storie destini incrociati. In
questa serie di racconti concatenati, che vivono di vita propria, l’autostrada
si fa metafora stessa della vita, come il lungo il serpentone delle auto bloccate
in fila che sembra non finire mai, in cui ognuno è chiuso dentro la sua
storia.
Arturo ed Elide sono due giovani sposi, entrambi operai, e a causa dei turni di lavoro sfasati non riescono a incontrarsi che per brevi attimi ogni giorno, quando uno entra in casa e l’altro sta per uscire. La loro vita è, dunque, scandita dagli orari della fabbrica, caratterizzata da azioni abitudinarie e ripetitive che si caricano però di struggente intensità, garbatamente colta e acutamente espressa dall a voce dello scrittore ligure. Vale la pena riportare alcuni passi in cui la descrizione realistica di piccole azioni e gesti quotidiani si carica di un phatos commovente e persino drammatico, come in una pellicola neorealista. L’intensità dei fuggevoli sguardi, le piccole carezze, la presenza nell’assenza, i sentimenti trattenuti, non possono lasciare indifferente chi conosce l’emozione dell’amore. Forse, Arturo ed Elide, imprigionati dal condizionamento del turno in fabbrica, diventano l’emblema di tutte le coppie e del loro eterno desiderio di ritrovarsi. “