Due facce della stessa medaglia, l’Italia nella sua decadenza morale e culturale, ritratta in questa epoca di sfacelo e profonda stanchezza dallo sguardo cinematografico di due registi accumunati dallo stesso nome di battesimo, Paolo: Sorrentino e Virzì. Il primo film è “La grande bellezza”, attualmente candidato all’Oscar come miglior film straniero e reduce dal premio del Golden Globe, e l’altro è “Il capitale umano”, da poco nelle sale. Non entro nel merito di alcune recenti polemiche su entrambi i film, ma mi limito al mio personale parere. Da un lato Roma, decadente e lussuriosa, in un quadro barocco da fine impero, dove i fasti dei palazzi del potere alimentano una specie di overdose in cui perdersi. Protagonista uno scrittore ormai privo di ispirazione, un magnifico Toni Servillo, alter ego di Sorrentino, che vive in un vortice di mondanità e noia, tra vuoti intellettuali e politici corrotti. Una prima parte molto promettente, ma poi le suggestioni e le promesse, per
Libri, recensioni e qualche divagazione per lettori curiosi