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Borgo Sud, di Donatella di Pietrantonio

  Non ho letto l’Arminuta, romanzo pluripremiato e amato dal pubblico, e forse non l’ho fatto proprio per questo. A volta oppongo rifiuti senza un valido motivo: l’Arminuta l’ho regalata, ripromettendomi che in questo modo avrei chiesto il libro in prestito per leggerlo. Inaspettatamente, hanno regalato a me il continuo di quella storia, Borgo Sud, il volume rivestito con una striscia rossa: “L’Arminuta è cresciuta…”. A quel punto era venuto il momento di conoscerla e, ammetto, all’inizio stavo un po’ sulle mie. Poi le resistenze si sono sciolte e le pagine scorrevano una dopo l’altra. Sono entrata nella storia immaginando un prima che non avevo letto, lasciandomi prendere per mano dai personaggi. Ho visto gli ambienti, l’entroterra abruzzese e il quartiere dei pescatori di Pescara, tratteggiati con un linguaggio preciso ed essenziale. L’Abruzzo lascia un’impronta marcata e mi sono accorta di riconoscerla in persone conosciute. In ogni pagina si avverte l’odore del mare, che riempie i
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Svegliarsi negli anni Venti, di Paolo di Paolo

  Un tunnel temporale collega gli anni Venti del Novecento a quelli che stiamo vivendo ora, un arco di secolo in cui scorrono personaggi, situazioni e riflessioni sul tempo, sul cambiamento, sul presente e sul futuro. Con una scrittura acuta e brillante, l'autore ci coinvolge a partire da un divertente dialogo tra lui e gli assistenti virtuali Alexa e Siri, a cui rivolge delle domande: "Che ore fai?", "Cosa desideri?", "Con chi ce l'hai?", "Ti fa paura il futuro?"... Un'indovinata strategia che gli consente di sviluppare le sue considerazioni su temi che ci riguardano tutti, e molto da vicino. "Ed eccoci qua - strani animali nel mezzo di una muta - scrive di Paolo - [...] Sarà che abbiamo visto il XX secolo morire, e davamo per scontato che il nuovo facesse tutto da solo. Invece no, bisognava inventarselo."

M, l’uomo della provvidenza, di A. Scurati

  Non siamo più nella testa di Mussolini, ma guardiamo “da fuori”, da spettatori quello che succede nel periodo compreso tra il 1925 e il 1932. Credo sia dovuto alle polemiche seguite al primo libro, "M, il figlio del secolo": l’autore ha scelto una via più cauta. Gli eventi storici proseguono dal primo libro: a partire dall’omicidio di Matteotti, vediamo il consolidarsi del potere del Duce che crea un nuovo modello politico, il totalitarismo fascista. La storia scorre nel continuo susseguirsi di fatti e personaggi che attraversano gli anni, raccontati dalla voce di un narratore esterno. Un narratore onnisciente, anzi uno storico con la penna raffinata da scrittore. In questo libro c’è la storia, tanta e documentata, ma non trovo più il romanzo. Forse l’autore questa volta ha preferito distaccarsi dal suo protagonista, visto che, in occasione di interviste e presentazioni del primo libro, ha dovuto spesso spiegare che M non aveva intenti agiografici né revisionistici. Pec

Almarina, di Valeria Parrella

Mi chiamo Elisabetta Maiorano… La voce narrante è la sua, di Elisabetta, una cinquantenne da poco vedova che insegna matematica nel carcere minorile di Nisida, una specie di isola nel mare magnum della città di Napoli e del mondo. La voce si esprime in prima persona attraverso una scrittura lirica, molto intensa, carica di suggestione e ricca di rimandi, analogie, ricordi, immagini sospese tra passato e presente. E’ un lungo monologo che ci prende per mano facendoci vedere, provare, pensare, ricordare e immaginare quello che vede, prova, pensa, ricorda e immagina la protagonista. Una scrittura affascinante e poetica, talmente densa che occorre riemergere ogni tanto per riprendere aria. In questo non luogo Elisabetta incontra Almarina, una ragazza romena con un passato drammatico alle spalle, di cui porta impressi tutti i segni.

Il coraggio e la paura, di Vito Mancuso

  Venditore Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi. Bisognano, signore, almanacchi? Passeggere Almanacchi per l’anno nuovo? Venditore Si signore. Passeggere Credete che sarà felice quest’anno nuovo? Venditore Oh illustrissimo si, certo. Passeggere Come quest’anno passato? Venditore Più più assai. Passeggere Come quello di là? Venditore Più più, illustrissimo. Passeggere Ma come qual altro? Non vi piacerebb’egli che l’anno nuovo fosse come qualcuno di questi anni ultimi? Venditore Signor no, non mi piacerebbe. […]   Avevo iniziato il 2020 rileggendo un’operetta morale di Leopardi, il Dialogo tra un venditore di almanacchi e un passeggere. Ogni nuovo anno porta con sé la speranza di essere migliore di quello che lo ha preceduto, per poi trovarsi 365 giorni dopo a riformulare lo stesso desiderio. Questo anno sembrava, dunque, iniziato come gli altri, ma ad un tratto ha deviato verso strade totalmente sconosciute, facendoci rimpiangere qualunque altro anno vis

Ciao maschio, di Valeria Parrella

 "La mia vita intera: un metodo sperimentale per il quale non ho avuto poi il tempo di redigere una teoria."

Il Maestro e Margherita, di Michail Bulgakov

“I romanzi non bruciano” è la frase simbolo non solo di resistenza alle censure, ma anche di sopravvivenza al tempo. Questo è un libro da leggere assolutamente, uno di quelli che rimane davvero, che lascia una traccia in chi lo ha letto. Superata la difficoltà a familiarizzare con impronunciabili nomi russi, tutti un po’ simili, appartenenti a un vasto stuolo di personaggi (molti dei quali davvero bizzarri), a mantenere il filo degli innumerevoli e stravaganti avvenimenti che rendono la trama complessa e intricata, e a non farsi fermare dall’ostacolo di una sintassi non agevole, ecco che si delineano stupore e meraviglia. Bulgakov lo chiamava “il mio libro sul diavolo” e poi, nelle varie versioni scritte fin sul punto di morte, è diventato “Il Maestro e Margherita”. Tra l’altro Margherita è comparsa dopo, quando il Maestro, alias Bulgakov (o viceversa) aveva già scritto alcune stesure dell’opera. Proprio lei, figura centrale e maestosa nel suo fascino e originalità, arriva quando l’a