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Possa il mio sangue servire, di A. Cazzullo


Noris Guizzo, nome di battaglia Carmen, è un'esile ragazza ma ha tanto coraggio; Jole Zini, madre di famiglia, a Villa Minozzo si offre ai tedeschi per salvare dei civili; Ignazio Vian, prima di essere impiccato scrive due biglietti: "Meglio morire che tradire" e "Coraggio mamma". E, ancora, Bruno Zanoni, tenente del Genio, viene buttato da una rupe a Corfù per non aver ceduto ai tedeschi, ma fa in tempo a scrivere alla moglie raccomandandosi di difendere le loro bambine, la casa e i mobili che "con sacrifici e risparmi eravamo riusciti a comperare". Irma Marchini, detta Andy,  arrestata nell'Appennino modenese mentre combatteva, viene seviziata e poi condannata a morte e, poco prima, anche lei scrive: "... muoio sicura di aver fatto quanto mi era possibile affinché la libertà trionfasse".
Sono solo alcune delle tantissime testimonianze raccolte in questo libro-documentario scritto dal giornalista Aldo Cazzullo, che racconta come la Resistenza in Italia sia stata merito di uomini e donne che ad un certo punto, dopo la ferita dell'8 settembre, hanno fatto una scelta, spesso al prezzo della vita. Una scelta che nel tempo è stata considerata patrimonio della sinistra, che ne ha creato un mito intoccabile, quello stesso mito attaccato dagli oppositori i quali hanno dipinto i partigiani come violenti che a loro volta si sono accaniti con degli innocenti.
"La Resistenza non è il patrimonio di una fazione - scrive Cazzullo -; è il patrimonio di una nazione. Fu fatta certo dai partigiani comunisti, ma anche da quelli cattolici, socialisti, giellisti, liberali, monarchici, apolitici. E fu fatta dalle donne, dai militari, dagli ebrei, dai civili. [...] Soprattutto, contribuì a salvare la dignità di un Paese che aveva scelto il campo di Hitler [...] e mise le basi per la nascita della Repubblica, della Costituzione, della democrazia".
Il periodo della Resistenza, così come quello precedente del Ventennio fascista, sono ancora storicamente molto vivi nelle nostre coscienze, hanno il potere di condizionare il presente perché quelle storie sono nelle nostre case, nelle nostre famiglie. Ognuno di noi potrebbe raccontarne un pezzo perché lo ha vissuto attraverso l'esperienza di qualche vicino parente, un genitore, un nonno, una zia... E' importante conoscere quello che è successo, averne una visione ampia e completa, e questo libro, così ricco di testimonianze dirette, offre un validissimo contributo anche grazie ad una narrazione vivace e intensa. In queste pagine si attraversano momenti di vita di persone "comuni", "normali" che si sono trovate loro malgrado a vivere qualcosa di non comune, di non normale, sacrificandosi per il bene e la felicità di chi sarebbe venuto dopo di loro. 
Proprio oggi, giornata in cui ricorre il centenario della fine della Prima guerra mondiale da cui tutto è cominciato, questo libro appare ancora più significativo. Il male aveva messo le radici nel primo, assurdo, conflitto crescendo come una pianta infestante con i totalitarismi che sono sfociati nella follia della Seconda guerra mondiale. 

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