Paolo Sorrentino che scrive è un altro. Non è il regista, nonostante la parentela con la malinconia, la propensione al tempo rallentato e alla divagazione. Personalmente, preferisco lo scrittore, dotato di una sagace ironia che non percepisco nei film, anche se qui, nella parola scritta, si trovano già tutti i temi che verranno sviluppati in ambito cinematografico, come quello della vecchiaia, che attraversa tutto il libro, e l'anticipazione del clima estenuato della Roma de La grande bellezza.
Tony Pagoda docet, alternando geniali intuizioni e spericolate metafore in un discorso praticamente senza congiuntivi e con una punteggiatura creativa. Tony segue il suo ritmo.
Ecco qualche frammento tratto da Hanno tutti ragione.
"Non sopporto i fidanzati, poiché ingombrano. Non sopporto le fidanzate, poiché intervengono. Non sopporto quelli di ampie vedute, tolleranti e spregiudicati. Sempre corretti. Sempre perfetti. Sempre ineccepibili. Tutto consentito, tranne l'omicidio. Li critichi e loro ti ringraziano della critica. Li disprezzi e loro ti ringraziano bonariamente. Insomma, mettono in difficoltà. Perché boicottano la cattiveria".
"Il paradiso a un passo da me ora che canto da dio, ora, che mi sento dio, per dio, sono proprio dio con gli occhi chiusi e la testa reclinata verso l'alto. Che se dio lo si potesse vedere, probabilmente, mi starebbe mantenendo il microfono, adesso, a me, a Tony Pagoda. Alias Tony P."
"Mi piacerebbe essere limpido, ma non servirebbe a nulla. [...] Con questi quarantaquattro anni carichi e feroci, che me li porto dietro e non li conto, che se li conto, soffro assai. Perché uno per tutta la vita vorrebbe essere un ragazzo, mica uno scherzo invecchiare. Non credo proprio. Comunque, bisogna pur sbrigarla la pratica dell'esistenza. A forza di derapate lente".
"Però, come diceva mio padre, hai la vita davanti. Peccato che a diciotto anni non la capisci questa frase così semplice. La vita davanti. Hai un rapporto con il tempo alterato. Drogato di false dilatazione aberranti. C'è una prospettiva di infinito, nel diciottenne, che si può tranquillamente considerare uno dei più consistenti crimini dell'umanità. [...] La porca verità è che capisci cosa significa avere la vita davanti quando quella si è posizionata tutta dietro".
"Gli scarafaggi, a Manaus, ti tollerano. Non viceversa. [..] Non ho mai visto uno scarafaggio dormire. Non ne hanno il tempo, devono conquistare il mondo e hanno deciso che questa espansione irreversibile comincerà esattamente da dove vivo io adesso. [...] E' il loro quartier generale prima di una serie ininterrotta di colpi di stato in giro per il mondo. Vogliono passare alla storia, gli scarafaggi [...]. Come una loggia massonica. Gli scarafaggi non sono vanitosi, proprio come le iene e gli sciacalli. Quando hai un unico, immenso progetto nella vita non puoi contemplare la vanità".
"Roma, è un lungo tramonto".
"E parliamoci subito chiaro, alfabetizzato, due cose vanno bandite per galleggiare nell'inferno laico. Vergogna e morale".
"Insonne, mi sono trascinato con la fatica del respiro dimezzato alla mia finestra, do fronte a un bel panorama discreto. E scopro nella notte che la vecchiaia e la giovinezza possiedono straordinari, inattesi punti di contatto. Come tutti i grandi dolori. Vecchiaia e gioventù si accaniscono sui dolori e sulle malinconie. Con la stessa intensità".