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Il libro di Julian (a Wonder story), di R. J. Palacio


Mancava il suo punto di vista, quello del ragazzino dispettoso fino a diventare bullo e creare quell'atmosfera di ostilità attorno ad Auggie, che chiama il 'fenomeno da baraccone' per via di quell’aspetto deformato da una rara sindrome genetica. L'autrice precisa che aveva sempre avuto una storia anche per Julian, ma era abbastanza negativa e lunga. Aveva bisogno, quindi, di un libro tutto suo per venire fuori, per raccontare anche lo sguardo e il pensiero del ragazzino 'cattivo'. Ma cosa c'è dietro quella cattiveria?

Anche il secondo libro della serie Wonder mette in luce i vari punti di vista da cui si guarda il mondo, il mettersi nei panni degli altri. Sempre l'autrice racconta che è stata una frase a dare il via alla storia di Julian: 'Sii gentile, perché chiunque incontri sta combattendo una dura battaglia'. Ed è la lezione che apprende Julian nella sua storia che lo accompagna verso la scoperta del rimorso, dopo aver combattuto la sua battaglia contro la paura, un'emozione non controllata che lo aveva fatto diventare prepotente. I genitori, invece di aiutarlo a superare il vero ostacolo, lo hanno troppo protetto, giustificandolo al punto da far causa alla scuola, travisando gli obiettivi educativi, senza rendersi conto che così stavano facendo di tutto tranne che aiutare Julian davvero. Ci voleva una vecchia storia raccontata dall’eccentrica nonna francese per toccare che corde giuste e arrivare ad ammettere le proprie colpe, assumendosene le responsabilità. L’unico vero modo per ricominciare e tornare ad essere felice.
Il secondo libro non è convincente come il primo, ma è in ogni caso interessante perché trasmette il valore positivo di un percorso verso la consapevolezza che porta alla capacità del capire se stessi e gli altri.

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