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Coliandro e Grazia Negro, di Carlo Lucarelli



In due romanzi brevi di Carlo Lucarelli compaiono per la prima volta altrettanti personaggi che aprono delle serie: Grazia Negro e Coliandro. Comune è l'ambientazione, città dell’Emilia dall’aspetto estremamente noir: Bologna e Modena. La genesi di queste figure è interessante in quanto compaiono come coprotagonisti, ma evidentemente le loro personalità risultano particolarmente intriganti.

Coliandro è inizialmente sovrintendente di polizia relegato all’ufficio passaporti a causa di episodi in cui evidentemente non ha brillato in perspicacia e lucidità. Di fianco a lui c’è Nikita, ragazza dalle mille risorse. Lui è “machista, rambista e anche un po’ razzista”, come scrive Lucarelli nella prefazione, in cui spiega come un simile personaggio così “politicamente scorretto” possa essergli piaciuto al punto da farne un protagonista. In effetti lo tratta con ironia e l’averlo fatto tonto lo salva fino a renderlo persino simpatico. Dopo l'omonimo racconto, la ritroviamo anche in "Falange Armata", un altro romanzo breve che sembra anticipare i fatti di cronaca della Uno Bianca. Anche in questo caso, senza la scaltra Nikita, al povero Coliandro sarebbe andata parecchio male!

Grazia Negro appare in secondo piano nel racconto intitolato “Lupo Mannaro”, assistente del nevrotico ispettore Romeo di cui è segretamente innamorata. Ma questa non è una debolezza, nonostante tutto, perché si capisce da subito che lei è una tosta. Insieme indagano agli omicidi di un serial killer che battezzano come “Lupo mannaro” perché ha l’abitudine di mordere selvaggiamente le sue vittime. Si rivela essere un uomo d’affari e padre di famiglia dalla doppia personalità, del tutto privo di sensi di colpa.

La dimensione del noir è quella in cui Lucarelli si muove più volentieri, nei suoi romanzi come nelle trasmissioni televisive in cui racconta con un uno stile unico non solo i grandi misteri italiani, ma anche i casi di cronaca nera che consentono di andare oltre la sponda del semplice giallo.

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