Papa Francesco, uomo dell’anno secondo il
Time, ed Eugenio Scalfari, noto editorialista de “La Repubblica”: sono i
protagonisti di “Dialogo tra credenti e non credenti”, un libro che raccoglie le loro conversazioni scritte
avvenute in questi ultimi mesi sulle pagine di un giornale. La parola “Dialogo”, scelta come titolo,
ha una forza dirompente perché va oltre il mero significato di conversazione e
confronto: è apertura all’altro, desiderio di “fare un tratto di
strada insieme”. La straordinaria novità deriva dal fatto che per la prima
volta un papa, Francesco, ha scritto a un giornale, il quotidiano “Repubblica”,
per rispondere ad una persona che, tra l'altro, si dichiara atea e proprio in quanto tale vuole
capire fino dove arrivi la portata rivoluzionaria di questo nuovo Vescovo di
Roma, come ama definirsi Francesco.
Già il nome "obbliga terribilmente": per la prima volta nella storia è Francesco, il santo più amato che ha scelto la povertà e l'umiltà in contrapposizione al potere e alla ricchezza. Un nome che è un manifesto, un programma di intenti assolutamente rivoluzionario che ha lasciato stupefatti anche quelli come me che vedono Dio come espressione culturale e consolatoria del bisogno dell’uomo di trovare risposte per dare senso alla propria esistenza.
I punti di incontro in questo dialogo sono tanti: la fiducia negli uomini; il valore della coscienza quale riferimento principale che orienta le nostre azioni verso il bene nell’orizzonte terreno, che vale sia per chi ha fede e sia per chi non l’ha; la disponibilità a guardare le contraddizioni del contemporaneo; il concetto di laicità, l'apertura alla verità degli altri.
Il libro è arricchito da contributi di teologi, filosofi e intellettuali di varia estrazione (tra cui Vito Mancuso, Umberto Veronesi, Massimo Cacciari e Gustavo Zagrebelsky), che prendono spunto dal pubblico scambio epistolare tra Francesco e Scalfari per approfondire temi che fanno intravedere nuovi percorsi comuni tra credenti e non.
Già il nome "obbliga terribilmente": per la prima volta nella storia è Francesco, il santo più amato che ha scelto la povertà e l'umiltà in contrapposizione al potere e alla ricchezza. Un nome che è un manifesto, un programma di intenti assolutamente rivoluzionario che ha lasciato stupefatti anche quelli come me che vedono Dio come espressione culturale e consolatoria del bisogno dell’uomo di trovare risposte per dare senso alla propria esistenza.
I punti di incontro in questo dialogo sono tanti: la fiducia negli uomini; il valore della coscienza quale riferimento principale che orienta le nostre azioni verso il bene nell’orizzonte terreno, che vale sia per chi ha fede e sia per chi non l’ha; la disponibilità a guardare le contraddizioni del contemporaneo; il concetto di laicità, l'apertura alla verità degli altri.
Il libro è arricchito da contributi di teologi, filosofi e intellettuali di varia estrazione (tra cui Vito Mancuso, Umberto Veronesi, Massimo Cacciari e Gustavo Zagrebelsky), che prendono spunto dal pubblico scambio epistolare tra Francesco e Scalfari per approfondire temi che fanno intravedere nuovi percorsi comuni tra credenti e non.