Passa ai contenuti principali

Olive comprese, di Andrea Vitali



Leggendo questo libro ho avuto l’impressione di vedere crescere un albero con un proliferare di ramificazioni che si sono sviluppate a dismisura. Quasi fuori controllo. La storia, ambientata a Bellagio, un paese sul Lago di Como, è diventa un po’ alla volta un affresco colmo di vicende ricche di dettagli, divertenti fraintendimenti, e personaggi dai tratti talmente delineati che pare quasi di poter toccare. E’ un ritratto preciso e al tempo stesso leggero della provincia italiana nel ventennio fascista: peccato si perda di vista il nucleo del racconto, sommerso da tutte le altre storie che crescono, accavallandosi le une sulle altre. Sovrabbondanti. Vitali ha sicuramente un’invidiabile capacità affabulatoria e una distintiva originalità nell’aprire e chiudere i capitoli, come fossero infilati in una lunga catena.

Comincia con la morte della novantenne vedova Fioravanti per apparenti cause naturali, ma poi la faccenda si complica all'apparire dei vari personaggi, tra cui il Crociati, un cacciatore che non si rassegna ad aver perso la vista, la Luigina Piovati, nota come l'Uselànda (esperta in… ornitologia), Eufrasia Sofistrà, capace di leggere il destino e predire i numeri del lotto. Ad animare la quiete paesana ci pensano quattro giovani sfaccendati, sempre nei guai, con conseguenze dirette e indirette sugli altri personaggi di Bellagio, come il Risto e Ludovico, detto Cucco, fratello di Filzina, di manzoniana memoria, piccola, pallida, ligia al dovere e alla famiglia, dedita alla carità. Tra i più riusciti, il maresciallo Ernesto Maccadò, approdato sulle rive del lago con moglie dalla profonda Calabria, impegnato a fare figli e piccoli sgarbi al regime, il podestà Bonaccorsi, afflitto dalle inquietanti fantasie della sua squilibrata consorte Dilenia Settembrelli, che parla con la sorella morta… Non solo gli uomini, ma anche gli animali, come i gatti e i piccioni, hanno un ruolo determinante nel gioco dei destini incrociati. C’è da perdersi.

Post popolari in questo blog

L’avventura di due sposi, Gli amori difficili di Italo Calvino

Arturo ed Elide sono due giovani sposi, entrambi operai, e a causa dei turni di lavoro sfasati non riescono a incontrarsi che per brevi attimi ogni giorno, quando uno entra in casa e l’altro sta per uscire. La loro vita è, dunque, scandita dagli orari della fabbrica, caratterizzata da azioni abitudinarie e ripetitive che si caricano però di struggente intensità, garbatamente colta e acutamente espressa dall a voce dello scrittore ligure. Vale la pena riportare alcuni passi in cui la descrizione realistica di piccole azioni e gesti quotidiani si carica di un phatos commovente e persino drammatico, come in una pellicola neorealista. L’intensità dei fuggevoli sguardi, le piccole carezze, la presenza nell’assenza, i sentimenti trattenuti, non possono lasciare indifferente chi conosce l’emozione dell’amore. Forse, Arturo ed Elide, imprigionati dal condizionamento del turno in fabbrica, diventano l’emblema di tutte le coppie e del loro eterno desiderio di ritrovarsi. “

Lo scudo di Talos, di Valerio Massimo Manfredi

Un viaggio nella storia antica insieme a Valerio Massimo Manfredi, scrittore e archeologo, che ha creato personaggi affascinanti e nel contempo verosimili, per rivivere in un’avvincente lettura alcuni degli episodi più significativi di un remoto passato. Segue la descrizione della prima parte del libro, con l’obiettivo di stimolare la curiosità da parte del lettore che vorrà poi arrivare fino all’ultima pagina. Ambientato a Sparta, la storia inizia poco prima delle guerre persiane. Protagonista è Talos, figlio di uno spartiato, Aristarchos, abbandonato nel bosco da piccolo perché nato con un piede zoppo. Il bambino non sa nulla delle sue origini e viene ritrovato da Kritolaos un vecchio pastore Ilota, che lo cresce come un figlio. Kritolaos svelerà a Talos di essere il custode dell’armatura di Aristodemo, re dei Messeni, il popolo da cui provengono gli Iloti, senza svelargli fino in fondo il suo segreto. Il vecchio regala a Talos l’arco che fu del mitico Re e inizia ad ins

Hanno tutti ragione, di Paolo Sorrentino

Paolo Sorrentino che scrive è un altro. Non è il regista, nonostante la parentela con la malinconia, la propensione al tempo rallentato e alla divagazione. Personalmente, preferisco lo scrittore, dotato di una sagace ironia che non percepisco nei film, anche se qui, nella parola scritta, si trovano già tutti i temi che verranno sviluppati in ambito cinematografico, come quello della vecchiaia, che attraversa tutto il libro, e l'anticipazione del clima estenuato della Roma de La grande bellezza. Tony Pagoda docet, alternando geniali intuizioni e spericolate metafore in un discorso praticamente senza congiuntivi e con una punteggiatura creativa. Tony segue il suo ritmo. Ecco qualche frammento tratto da Hanno tutti ragione. "Non sopporto i fidanzati, poiché ingombrano. Non sopporto le fidanzate, poiché intervengono. Non sopporto quelli di ampie vedute, tolleranti e spregiudicati. Sempre corretti. Sempre perfetti. Sempre ineccepibili. Tutto consentito, tranne l'omicidio