Se si desidera leggere una storia
d’amore, tecnicamente ben scritta e tutto sommato coinvolgente, “Leielui” è il
romanzo giusto. L’importante è non avere troppe aspettative. I protagonisti
sono una “lei”, Clare Moletto, americana che vive in Italia da anni con un
quasi ex-fidanzato, e un “lui”, Daniel Deserti, scrittore in piena crisi
creativa ed esistenziale. Fanno da sfondo una grigia Milano e pittoreschi scorci
marini liguri e francesi durante una caldissima estate. L’incontro casuale tra
i due mette in discussione le loro vite e la narrazione di sviluppa portando a
capitoli alterni i punti di vista di entrambi. L’idea potenzialmente
interessante e l’abile scrittura stridono con un disegno che risulta poco
credibile: troppo stereotipati i personaggi, i protagonisti e quelli di
contorno, e la trama raggiunge tratti che sconfinano nel risibile, in
particolare con il finale. Vien da pensare che la crisi creativa di Daniel sia la
stessa che attraversa Andrea De Carlo. Però, se non si pretende la luna, è un
libro piacevole da leggere, magari in spiaggia sotto l’ombrellone. Sempre
meglio dei vecchi Armony!
Arturo ed Elide sono due giovani sposi, entrambi operai, e a causa dei turni di lavoro sfasati non riescono a incontrarsi che per brevi attimi ogni giorno, quando uno entra in casa e l’altro sta per uscire. La loro vita è, dunque, scandita dagli orari della fabbrica, caratterizzata da azioni abitudinarie e ripetitive che si caricano però di struggente intensità, garbatamente colta e acutamente espressa dall a voce dello scrittore ligure. Vale la pena riportare alcuni passi in cui la descrizione realistica di piccole azioni e gesti quotidiani si carica di un phatos commovente e persino drammatico, come in una pellicola neorealista. L’intensità dei fuggevoli sguardi, le piccole carezze, la presenza nell’assenza, i sentimenti trattenuti, non possono lasciare indifferente chi conosce l’emozione dell’amore. Forse, Arturo ed Elide, imprigionati dal condizionamento del turno in fabbrica, diventano l’emblema di tutte le coppie e del loro eterno desiderio di ritrovarsi. “
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